Urbino ha due inestimabili ricchezze: una struttura urbana unica e la vivacità sociale propria di una realtà studentesca. Abbiamo provato nell’ultimo anno a far interagire con maggiore libertà questi due elementi e abbiamo continuato a costruire le condizioni affinché studentesse e studenti tornassero a riempire gli spazi pubblici in prima persona relazionandosi con la cittadinanza. Questo il senso della campagna “SEnza di noi URBINO MUORE” e delle tende in piazza di “Occupy Urbino”, questo il senso del presidio permanente ‘Liberiamo l’Aula Studio!’ e di tutte le iniziative e i seminari organizzati, così come delle feste all’Anfiteatro “liberato” del collegio Tridente, questo il senso del torneo di calcetto che a inizio anno abbiamo organizzato ai campetti del collegio ‘La Vela’ (chiuso da anni e ancora mai utilizzato dagli studenti), dei concerti e dei tanti momenti di aggregazione dentro e fuori l’università: soddisfare un bisogno concreto di socialità dando vita agli spazi!
Esprimendo l’esigenza di spazi sociali si è voluto far emergere il paradosso di una città dove la componente studentesca è costretta a confrontarsi con diverse sfere amministrative (Comune da una parte ed Ersu e Università dall’altra) che, seppur in maniera differente, non mettono in primo piano una politica dedicata alle attività extradidattiche. I collegi di De Carlo, struttura pensata e predisposta per le attività e la socializzazione studentesca, hanno una gestione che non permette la libera fruizione degli spazi, mentre in centro praticamente non esistono luoghi per le attività studentesche. Per questo a suo tempo ci siamo rivolti al Sindaco, il quale nel nostro primo incontro si è dimostrato aperto e disponibile a mettere in atto provvedimenti che, in discontinuità col passato, avrebbero permesso agli studenti maggior accesso allo spazio pubblico.
La discussione sugli spazi aperta con il Comune è stata interrotta dalle vacanze di Natale e in seguito dall’emergenza neve, ma i nodi del dibattito rimangono gli stessi, ancora irrisolti. Gli spazi comunali per organizzare seminari e assemblee studentesche in orari extra-accademici si pagano (vedi i 70 euro delle sale di Collegio Raffaello) e anche gli spazi espressivi ed espositivi rimangono ad oggi abbastanza inaccessibili, vuoi per i costi di affitto (vedi Sala del Maniscalco), vuoi per le difficoltà burocratiche che implicano accedere a una struttura pubblica (sulla DATA ad esempio il Sindaco ha dichiarato che questa struttura è idonea a ospitare esposizioni artistiche ma sono ignote le modalità per accedere a questa nuova possibilità).
Le questioni aperte rimangano tali anche alla luce dell’assenza di uno spazio aggregativo libero dove poter organizzare autonomamente iniziative culturali. Il ringraziamento ricevuto dagli studenti dopo la solidarietà dimostrata durante il ‘nevone’ è stato lo sgombero dell’unico spazio studentesco autogestito in città: l’aula C1Autogestita di Magistero. Se già con il sindaco era sta aperta una discussione sulla necessità degli spazi aggregativi questa oggi si fa più pressante e deve trovare risposta. Alla risposta autoritaria del rettore, noi vogliamo opporre una risposta dal basso, costruita a partire da proposte e azioni concrete. A fronte della riduzione di spazi di autonomia è necessario che le amministrazioni territoriali si facciano carico di questa problematica.
E’ necessario che il discorso sugli spazi sociali venga affrontato con la dovuta determinazione. Senza spazi culturali, lo abbiamo già detto in altra forma, la città muore. Gli studenti sono una risorsa, ma hanno bisogno di spazi dove esprimere il proprio potenziale creativo. Senza luoghi dove “fare cultura” non rimane altro spazio che quello dei locali commerciali, dei bar e della piazza piena solo di bottiglie che, per quanto rappresentino un intrattenimento al quale non rinunciamo, non possono per loro natura sostituire gli spazi sociali autogestiti. Crediamo che i tempi siano maturi per vedere la nascita in questo territorio di nuovi spazi e nuove possibilità e speriamo che le amministrazioni e i cittadini sappiano cogliere appieno un bisogno che non può più rimanere inascoltato e insoddisfatto.
L’anno appena iniziato si è dimostrato finora parecchio movimentato. La cosa non ci spaventa e non ci trova impreparati. Speriamo solo che la questione degli spazio aggregativi a Urbino non diventi un’Odissea…
Non vogliamo mica la luna, chiediamo spazi sociali!
Studentesse e studenti alla conquista dello spazio!