Questa mattina (lunedì 20 febbraio) alla riapertura dell’ex-Magistero abbiamo trovato l’aula C1 Autogestita vuota e sigillata con dei lucchetti. Lo sgombero è avvenuto con ogni probabilità domenica 19 febbraio, mentre il Magistero era chiuso e le studentesse e gli studenti del collettivo C1Autogestita erano impegnati a spalare la neve dalle strade della città. A presidiare l’aula chiusa, la porta di entrata del Magistero ed il Rettorato almeno trenta uomini delle forze dell’ordine, tra cui il Questore di Pesaro-Urbino e un blindato della celere.
Come è facile immaginare, forte è stato lo sgomento e la rabbia nel vedere la C1 Autogestita svuotata, con tutti i manifesti strappati, il materiale di tre anni di iniziative rimosso brutalmente e i lucchetti accuratamente saldati alle porte. È evidente che l’emergenza neve non c’entra nulla, e ci sembra quantomeno fuori luogo speculare sulla difficile situazione in cui versa la città di Urbino per sgomberare uno spazio autogestito. E non esiste carenza di aule che una sola stanza possa risolvere. Spogliare la C1 di tutta la sua storia serve unicamente a mettere a tacere la voce del dissenso all’interno degli spazi universitari. I metodi utilizzati sono evidentemente autoritari: le forze dell’ordine, come il questore ci ha confermato, sono state chiamate dal Rettore, ed è per questa ragione che non hanno senso gli inviti al dialogo che da tante parti ci vengono rivolti ora e solo successivamente l’ordine di sgombero.
Il Rettore ha imposto il provvedimento con la forza e oggi ogni trattativa è già compromessa. All’autoritarismo e alla repressione non segue il dialogo, ma l’azione di tutti coloro che ancora credono che l’università debba essere un luogo libero e democratico. Non ha senso appellarsi alle “maggioranze silenziose” quando nel frattempo le minoranze vengono represse e criminalizzate. La C1Autogestita è rimasta sempre aperta per chi ha voluto confrontare le proprie idee politiche o sociali, dibattere sull’ esistente, proiettare qualsiasi film o documentario, discutere senza censure di qualsiasi argomento o semplicemente leggere in tranquillità libri, riviste e materiale di controinformazione. Insomma un luogo di aggregazione per tutti gli studenti ed uno spazio sociale libero da logiche di profitto, gerarchiche e burocratiche.
Che senso ha continuare a parlare di università libera e di libera espressione nel momento in cui si provvede furtivamente a chiudere uno spazio che si proponeva di contrastare il “Pensiero Unico” vigente all’interno del nostro Ateneo?
Che significato hanno i poliziotti all’interno degli spazi universitari ?
Che diritto ha il Rettore a tenere inattiva e sigillata con i lucchetti un’aula di una struttura pubblica?
Cosa dicono i docenti?
Cosa gli altri studenti e i nostri rappresentanti?
Molte sono le perplessità che emergono da questo sgombero e molti i dubbi sul futuro di questo ateneo. Rimane la certezza che questo è il segnale inequivocabile che poco di democratico e libero rimane all’interno dell’università che abbiamo di fronte!
Avevamo più volte denunciato la deriva autoritaria, la forte riduzione di spazi, sia fisici che di discussione, dedicati agli studenti e la gestione verticistica che stava prendendo piede nell’Università di Urbino: la chiusura della C1 conferma che avevamo ragione!
Risponderemo colpo su colpo: la C1 non è una stanza, la C1 è un modo di essere e lo spirito che l’ha animata e continua ad animarla, purtroppo per il Rettore e tutto il suo conclave, NON PUO’ ESSERE SGOMBERATO!
La storia della C1 non finisce qui!
Al sapere come bene comune si risponde con i lucchetti … ma non basteranno a chiuderci la bocca!
C1Autogestita