Oggi lasciamo il presidio. La rabbia per la mancata apertura dell’aula, nonostante le oltre 1200 firme raccolte, è tanta ma non spegne la gioia della lotta. Un altro spazio è stato sottratto alla comunità studentesca, e l’intera vicenda ci sembra l’esempio perfetto della malagestione dell’ente. Ne palesa interessi e metodo.
Lasciamo il presidio, ma siamo pronti a tornare. Usciamo a testa alta, sorridenti, con la consapevolezza di aver aperto una discussione ormai necessaria sugli spazi pubblici e la loro gestione. L’aula studio ci sembrava una richiesta ragionevole, ed è per questo che ragionevolmente ci siamo mossi con una protesta che non ha prodotto grosse forzature, ma non ha accettato compromessi al ribasso.Potevamo in sostanza sfondare la porta, ma non l’abbiamo fatto.
Abbiamo pazientemente atteso per una settimana facendo del presidio permanente un luogo di aggregazione dove mettere in pratica forme di partecipazione politica dal basso e una diversa socialità. La raccolta firme, i banchetti informativi, il ‘flash mob letterario’, gli aperitivi al presidio, le contestazioni a viso aperto sono stati la nostra costruzione collettiva. Abbiamo sopportato e risposto alle infamie che il Carlino ha diffuso, risposto all’arroganza della dirigenza ERSU con le nostre proposte politiche, abbiamo raccolto il sostegno delle centinaia di persone che sono passate al presidio e, non da ultimo abbiamo ballato, riso, chiacchierato in uno spazio libero! Nessun accordo potrà cancellare tutto questo.
Un’aula studio comunque ci sarà. Frutto di un accordo sottobanco che noi non abbiamo sottoscritto. Continuiamo a credere che una mensa non sia adatta ad ospitare un’aula studio per ragioni di ordine igienico-sanitario e perché sottoporrà le lavoratrici e i lavoratori ERSU della mensa a un ulteriore carico di lavoro, nonostante il forte ridimensionamento dell’organico. Ma soprattutto, a prescindere dalle questioni di ordine tecnico, rimane il dato, deplorevole, di un altro spazio pubblico sottratto alla comunità. Chiusura degli spazi pubblici e riduzione dei servizi dedicati agli studenti vanno di pari passo. Insomma, chi ha firmato quell’accordo non ha fatto altro che appoggiare i dirigenti ERSU e non ha dato alcun contributo alle lotte studentesche su spazi e diritti.
Siamo pronti a tornare, dicevamo. Non si illudano i dirigenti ERSU di aver raggiunto i loro scopi. Vigileremo sull’utilizzo dell’aula studio e non permetteremo che il business dei convegni diventi la nuova ed esclusiva attività imprenditoriale di Sacchi e Fortini. Per noi la priorità rimane il diritto allo studio. Il Cibus non è un’aula studio e l’aula studio non è una sala convegni!
Torneremo, occuperemo e libereremo spazi dove lo riterremo necessario. Necessario per denunciare le politiche della classa dirigente, necessario al fine di costruire un’alternativa alla riduzione di spazi e diritti, necessario a interrompere una quotidianità di ingiustizie e a dare corso a una socialità diversa, libera e desiderante.
Insomma non è finita, siamo qui per tornare!
Presidio permanente ‘Liberiamo l’aula studio’
Collettivo C1Autogestita
Collettivo Drude
Ass. Fuorikorso