Oggi pomeriggio le studentesse e gli studenti di Occupy Urbino hanno incontrato una delegazione dei residenti di Ponte Armellina (Urbino), per confrontarsi in merito all’ azione repressiva messa in atto dalla Polizia di Stato giovedì mattina e che ha visto impegnati nell’operazione circa 100 agenti in assetto anti-sommossa, svariati mezzi blindati, unità cinofile e persino un elicottero. Da quanto riferito dalle vittime (ancora abbastanza scosse) di questa operazione, intorno alle 7 di mattina di giovedì 10-11-2011 i residenti del quartiere di Urbino denominato Ponte Armellina (Urbino2), si sono visti stretti in assedio dagli agenti di Pubblica Sicurezza. Senza mostrare alcun mandato e senza fornire le dovute spiegazioni, gli agenti dei reparti mobili di Senigallia, Bologna e Pesaro-Urbino hanno effettuato perquisizioni e videoregistrazioni all’interno degli appartamenti del quartiere in questione. Sono stati perquisiti indiscriminatamente uomini, donne, ragazzi e ragazze. Persino i bambini sono stati fermati e perquisiti, è stato chiesto loro di mostrare l’abbonamento dell’autobus e, a chi ne era sprovvisto, è stato impedito di recarsi a scuola.
Da quanto testimoniato dalla delegazione dei residenti di Ponte Armellina, la Polizia con questa azione scellerata ha alimentato un clima di paura tra gli abitanti che inoltre, si sono trovati senza parole di fronte ai loro figli che chiedevano spiegazione della brusca irruzione subita. Da quanto è emerso dalla discussione nulla giustifica tale accanimento, come dimostrato d’altronde dal ridicolo esito dell’operazione (due irregolarità amministrative). Ciò che resta è un forte senso di frustrazione e intimidazione per la violazione dei più elementari diritti umani, il diritto alla privacy ed il rispetto minimo dei diritti civili in una comunità che perlopiù è formata da lavoratori che vivono in Italia da ormai una generazione, che come tutti gli altri cittadini di Urbino pagano le tasse, mandano i loro figli a scuola, ma che ricevono in cambio un trattamento da cittadini di serie B.
Dati i fatti emersi dalla discussione, si è deciso di creare una rete di sostegno e solidarietà attiva che coinvolgerà tutta la provincia, chiedendo innanzitutto un’interrogazione al prossimo consiglio comunale e al prossimo consiglio provinciale, dai quali esigiamo una chiara presa di posizione pubblica sui fatti di Ponte Armellina. Inoltre teniamo a ribadire che pretendiamo assoluta chiarezza in merito allo svolgersi dei fatti e un impegno da parte delle autorità affinché simili azioni, ingiustificate e lesive della dignità e deii diritti delle persone coinvolte, non avvengano mai più. Ci riserveremo di chiedere assistenza legale affinché si possa far chiarezza in merito alla legalità della procedura utilizzata dalle forze dell’ordine. Siamo decisi, sia noi come cittadini che gli abitanti di Ponte Armellina come persone offese, ad andare fino in fondo per chiarire tutti gli aspetti di questa vicenda, chiedendo inoltre le scuse ufficiali ed immediate da parte delle amministrazioni e delle autorità di pubblica sicurezza.
Presto ci incontreremo a Pesaro in un grande momento aggregativo che sappia riaffermare il no a qualsiasi azione intimidatoria ed invasiva contro persone che non hanno nulla da nascondere e che da anni cercano di integrarsi, lavorando e costruendo tutta una rete di relazioni sociali in questo territorio. Ancora una volta, il pregiudizio e la smania securitaria hanno sostituito l’accoglienza e a pagarne il prezzo più alto è proprio la comunità di Ponte Armellina, che difficilmente dimenticherà quello che è successo.