In piazza della Repubblica ad Urbino, occupata da giorno 11/11/11 abbiamo discusso della “pomposa” operazione di polizia avvenuta a Ponte Armellina, ribadendo la nostra vicinanza e il nostro sostegno a tutta la comunità del luogo.
Negli ultimi tempi abbiamo denunciato pubblicamente e a più riprese la politica securitaria che sta avendo luogo ad Urbino e dintorni.
Il blitz effettuato giorno 10/11/2011 a Ponte Armellina è solo l’ultimo atto di un politica miope e repressiva che non ha finora raggiunto alcun risultato, quindi nessuna giustificazione di tale spiegamento di forze. Come studentesse e studenti in mobilitazione esprimiamo piena solidarietà a tutta la comunità di Ponte Armellina, vittima di un inaccettabile campagna intimidatoria, invasiva e per giunta inutile.
Di seguito riportiamo le parole di una compagna, Valeria Villari, che a Ponte Armellina svolge attività di ricerca.
L’operazione della polizia effettuata ieri nel quartiere di Urbino 2 è ingiustificata sotto molti punti di vista, soprattutto da quello sociale. Come dottoranda dell’università di Urbino svolgo attualmente una ricerca antropologica raccogliendo le storie di Urbino 2 per indagare sulle verità e sulle menzogne dei luoghi comuni e dei pregiudizi che insistono sul territorio, e avendo vissuto l’evento in prima persona, sento di dover denunciare i fatti di ieri.
Ci sono alcune fondamentali verità che vanno però slegate dalle conseguenze, che fanno comodo a molti tranne che agli abitanti di Urbino2.
Una verità è che il quartiere è in condizioni di degrado urbanistico grave e andrebbe riqualificato così come il comune e la provincia stanno progettando e su cui stanno lavorando. L’anno scorso a tal proposito è stato effettuato un censimento specifico sul quartiere, ed è questo uno dei punti che rende grottesca l’operazione di ieri: l’amministrazione conosce benissimo il numero e la cittadinanza di tutti gli abitanti e queste informazioni avrebbero potuto rendere puntuale e mirata la ricerca di eventuali clandestini. E’stata invece invasa la vita di decine di famiglie di cittadini regolari.
E’ anche ingiustificata e pregiudizievole l’associazione tra l’accoltellamento avvenuto a Urbino la sera prima dell’operazione e l’operazione stessa per due motivi: l’amministrazione sa che il colpevole non abitava a Ponte Armellina, e qualora si cercasse un uomo in stato di latitanza, non sarebbe giustificato un intervento in una zona così ristretta e non su un territorio più vasto, con un dispiegamento di forze eccessivo rispetto alle dimensioni del quartiere e con una prassi da stato di emergenza e grave pericolo simili ad operazioni anti terrorismo.
E’ vero che alcune situazioni di disagio sociale necessitano di un maggior controllo e che questo è stato richiesto anche dai residenti del quartiere, ma l’enorme quantità di forza dispiegata non corrisponde alla qualità del controllo richiesto. Il lavoro e la presenza costante e continuativa hanno senso ed efficacia in un simile contesto, le operazioni eclatanti non servono a nessuno. Di più umiliano e offendono l’intelligenza delle persone le quali sanno che un elicottero una tantum non rende le loro città più sicure. E gli effetti dell’operazione lo dimostrano.
Sento di raccogliere il sentimento di molti abitanti del quartiere nel voler denunciare una operazione che non può che avere ripercussioni negative: innanzitutto sulle sensibilità dei tanti bambini che abitano a Ponte Armellina e cha hanno assistito ad una vera e propria invasione; ancora, l’amplificazione del sentimento di emarginazione e umiliazione per chi vive il quartiere nel rispetto delle regole e delle leggi, e la conseguente sfiducia nelle istituzioni (troppo rumore per nulla, sprechi ingiustificati, distanza dai reali problemi del quartiere). Ma soprattutto una simile prassi e la conseguente risonanza mediatica, non fa che aumentare e amplificare il pregiudizio dell’opinione pubblica e concorrere così al degrado della vita delle persone, di tutte le persone: gli uni perché subiscono, gli altri perché mantengono una condizione di ignoranza sulle reali condizioni, unico terreno fertile per coltivare paure ed insicurezza.