VOGLIAMO CIO’ CHE CI SPETTA!

Rispetto alle dichiarazione del Rettore Stefano Pivato e di un rappresentante studentesco, apparse su “Il Resto del Carlino” del 23/11/2011, vorremmo ribadire alcuni dati e presentare la posizione del movimento studentesco in modo da evitare ambiguità che ci sembrano non fare il bene né dell’università né tanto meno della comunità studentesca. L’Università di Urbino è “fuorilegge” per quanto riguarda la contribuzione studentesca. Sono trentatré le università nella stessa situazione, ma Urbino risulta la prima classificata tra gli atenei che fanno pagare gli studenti più del dovuto. A dirlo sono i dati del Ministero diffusi pochi giorni fa dal Sole 24 ore. Le studentesse e gli studenti di Urbino contribuiscono per 16,7 milioni di euro al bilancio dell’università, cioè il 36,6 per cento di quanto erogato dal Fondo di Finanziamento Ordinario dello Stato, ben oltre quindi quel limite del 20% posto per legge (art. 5 Dpr 306/1997) a tutela del diritto allo studio. Rispetto ad una situazione di questo tipo ci sembra significativa la notizia che il Tar Lombardia ha condannato in primo grado, accogliendo un ricorso studentesco, l’Università di Pavia a restituire agli studenti i soldi chiesti in più. Come lo stesso Sole 24 ore conferma ad Urbino “una decisione analoga costerebbe all’ateneo più del 15% delle risorse versate dagli studenti”.

Non possiamo sottoscrivere le affermazioni del Rettore in merito a questa inaccettabile situazione. Non è vero che qua si paga meno che negli altri atenei e non è vero che la contribuzione studentesca è calata in questi anni. Noi abbiamo la ferma intenzione di aprire un dibattito cittadino sulla questione e annunciamo fin da subito che, a differenza del rappresentante intervistato, il movimento studentesco sta prendendo contatto con dei legali per valutare la possibilità di seguire il percorso aperto dagli studenti di Pavia, chiedendo al nostro ateneo il risarcimento dei contributi versati in eccedenza. Pivato, secondo la miglior tradizione, non si assume la responsabilità di questa situazione e risolve la questione dicendo che il finanziamento statale è inadeguato. Verissimo. Dal 2008 contestiamo le manovre del governo su scuola e università e oggi ci chiediamo: cosa hanno fatto il Rettore, il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione per evitare che questi tagli pesassero interamente sulla comunità studentesca?

Per quanto riguarda la questione della fasciazione dobbiamo ricordare che anche in questo caso è stato il movimento studentesco a riaprire la discussione. L’Università di Urbino si presentava come l’ateneo peggiore in termini di equità e, nonostante le belle dichiarazioni, la contrattazione aperta dalle nostre proteste non ha portato il risultato auspicato, cioè una tassazione che fosse realmente progressiva. Il tavolo che ha ridefinito le fasce di reddito per la contribuzione studentesca sembrava, anche in questo caso, più intenzionato a rimpinguare le casse dell’ateneo che non a promuovere giustizia sociale.

Noi ci muoveremo da subito preparando un ricorso presso il Tar Marche e proponendo ancora una volta, pubblicamente, un altro modello di fasciazione equa e trasparente.

A Pivato chiediamo infine: se è vero che il finanziamento erogato all’Università di Urbino è inadeguato, se e quando questo finanziamento dovesse essere rimodulato, il Rettore si impegna a dare agli studenti i servizi che nonostante la contribuzione elevata ancora oggi non vengono forniti come dovrebbero? Avremo, per intenderci, l’assistenza per tutti i disabili, i trasporti a basso costo, le aule studio e le biblioteche la sera, dei computer decenti, le convenzioni con i teatri, i cinema e i musei della città, gli spazi di espressione artistica, e tutto quanto concorre alla formazione critica e allo sviluppo della persona? Riavremo, in virtù di un finanziamento adeguato e della comunque elevata contribuzione, tutti i corsi di laurea che sono stati chiusi?

A Urbino gli studenti sono stati gli unici a porsi seriamente il problema della contribuzione studentesca in questi anni, ed è nostra ferma intenzione continuare a farlo. Non saremo mai d’accordo con il Rettore finchè non riavremo ciò che ci è stato tolto da governo e baronati.

Vogliamo la restituzione di quanto ci spetta di diritto!

Vogliamo una nuova fasciazione, equa e discussa tra tutti e tutte!

Le studentesse e gli studenti in mobilitazione

 

 

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